Eccoci al quinto capitolo della saga dei Figli della Terra che vede il ritorno a casa di Giondalar. Ma gli abitanti della Nona Caverna si chiedono chi sia quella splendida donna che si porta con sé, seguita lei stessa da due cavalli e un lupo.
Ayla come sempre viene accolta in modo diffidente dal popolo del suo compagno e viene creduta una donna con poteri soprannaturali vista la capacità di parlare con gli animali.
La ragazza comprende così che per farsi accettare dovrà mettere a disposizione di tutti le sue scoperte: la capacità di accendere il fuoco con le pietre, di usare armi ingegnose per cacciare e insegnare quanto può essere semplice addomesticare gli animali.
Ayla saprà così farsi accettare e benvolere dal popolo di Giondalar, anche se le insidie e le sfide cui dovrà sottoporsi saranno difficili quanto quelle che ha affrontato durante il lungo viaggio per raggiungerlo.
Ma ci saranno anche momenti di grande gioia e soddisfazione: l’adozione definitiva al popolo della Nona Caverna e l’unione ufficiale con Giondalar a cui poi darà una figlia.
Chi cercherà però di dividere Ayla dal suo compagno sarà la sciamana della caverna, che vede in essa la possibilità di avere una possibile sostituta grazie alla sua grande capacità di guaritrice e non solo…
La lunga storia iniziata con Ayla abbandonata da bambina e allevata dal Clan continua in un susseguirsi di vicende più o meno simili a tutte quelle trovate negli altri romanzi. Ma almeno in questo libro ci sono spunti più interessanti e coinvolgenti, come ad esempio le riflessioni di Ayla sul concepimento della vita, la concezione di diversità dei popoli e delle razze che a poco a poco si fa strada nella mente umana.
Una saga interessante incentrata sulla vita agli albori dell’umanità, con ricerche e riferimenti ad un’Europa primordiale straordinariamente affascinante.
Buona lettura…

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