Roger Brown è un cacciatore di teste per grosse multinazionali. E’ un uomo che a prima vista può risultare mediocre soprattutto nell’aspetto fisico, ma ha un’intelligenza fuori del comune ed è maledettamente bravo a svolgere il suo lavoro.
Ma la facciata nasconde un uomo con un hobby alquanto particolare: rubare opere d’arte per mantenere lo spropositato stile di vita a cui è abituata sua moglie Diana.
E’ grazie al suo lavoro di headhunter che Roger conosce la maggior parte dei possessori di opere d’arte, a cui riesce a carpire i preziosi segreti tramite le sue infallibili doti di manipolatore.
Durante un vernissage Roger conosce Clas Greve che gli viene raccomandato dalla moglie per ricoprire un importante ruolo in un altrettanto importante azienda e proprietario di un quadro di inestimabile valore. A questo punto Roger non vede l’ora di dare inizio al piano della sua vita per rubare la tela e risovere così tutti i suoi numerosi problemi economici.
Ma nulla va come previsto e presto Roger Brown si ritrova al centro di un raggiro di immani proporzioni, in cui da abile cacciatore si trasforma in misera preda.
Un thriller mozzafiato, senza tregua e in cui in ogni pagina c’è una svolta improvvisa ed imprevista. Una rocambolesca avventura dello sventurato Roger che da burattinaio si trasforma in un burattino i cui fili sono mossi da abili mani. Molto più abili di quanto si possa pensare…
Un Jo Nesbø diverso da quello a cui sono stata abituata con la serie che riguarda Harry Hole, ma altrettanto entusiasmante e originale. Jo Nesbø è riuscito a regalare un altro personaggio indimenticabile agli occhi dei suoi fedeli lettori.
Buona lettura!

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Vaclav e Lena hanno dieci anni e sono amici per la pelle, inseparabili. Tutti e due hanno origini russe e vivono a Brooklyn, anche se Vaclav vive in una modesta casa con i suoi genitori, mentre Lena abita con la zia sbandata che si occupa raramente di lei.
Il grande sogno di Vaclav è diventare un mago famoso al pari di Houdini e di fare di Lena la sua incantevole assistente. Passano insieme tutti i pomeriggi dopo la scuola per fare i compiti in fretta e furia per poi dedicarsi alle prove per il loro meraviglioso spettacolo di magia. La casa di Vaclav diventa così la seconda casa di Lena, la ragazzina viene praticamente accudita da Rasia la mamma di Vaclav che la nutre e la accompagna dalla zia al momento di andare a dormire.
Un giorno però Rasia scopre un terribile segreto sulla vita della piccola Lena e da quel giorno la bambina sparice, lasciano nel cuore di Vaclav un vuoto inimmaginabile.
Che fine ha fatto Lena? Chi si prenderà cura di lei? Come farà Vaclav a far avverare il suo sogno di diventare mago senza la sua incantevole assistente?
Tutte domande che troveranno risposta la sera del diciassettesimo compleanno di Lena: con una semplice telefonata la ragazza ritorna nella vita di Vaclav…
Un libro che cattura l’anima, personaggi intensi descritti con parole che ti rapiscono e che fanno sembrare al lettore di averli avuti conosciuti e averli avuti accanto da tutta la vita. Una storia d’amore dolce che lascia il lettore con l’emozione di poterla e doverla vivere a tutti i costi. Una storia capace di emozionare in modo eccezionale: raramente mi è successo di leggere frasi così belle e di immedesimarmi completamente in esse.
Un romanzo incredibile.
Buona lettura…

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Cosa ci fa Robert Langdon in un ospedale di Firenze con una ferita alla testa?
Una domanda a cui nemmeno il famoso professore riesce a rispondere. Si perchè si accorge di avere una brutta ferita alla testa e di non ricordarsi praticamente nulla: non sa perchè sia finito a Firenze, perchè qualcuno sembri abbia voluto ucciderlo e perchè questi sconosciuti probabili assassini continuino a perseguitarlo.
Intontito dai sedativi Langdon si ritrova a dover scappare dall’ospedale dopo l’ennesimo attentato alla sua vita insieme alla dottoressa Sienna Brooks che sembra intenzionata a proteggerlo a tutti i costi.
Intanto per il professore inizia un altro incubo: la sua mente viene improvvisamente popolata da visioni macabre sulla peste nera che flaggellò l’Europa durante il Medioevo, su simboli misteriosi legati al poema di Dante e nel delirio si ritrova a ripetere incessantemente solo due parole “very sorry”.
Parte la caccia a Robert Langdon che sembra possedere la chiave per risolvere una nuova e sconvolgente crisi mondiale, in cui ogni schieramento avverso sembra poi mettersi dalla stessa parte e nulla è quello che sembra; l’organizzazione chiamata Consoortium è ambigua quanto il genetista Bertrand Zobrist responsabile di aver dato vita ad un nuovo virus in grado di cambiare in modo inevitabile e permanente l’umanità intera.
Dan Brown ci ha regalato un’avventura senza pari e piena di un’inaspettata tensione, rivelando al lettore quanto breve sia la distanza tra bene e male, quanto breve sia la distanza tra catastrofe e salvezza.
Un romanzo pieno di simboli legati alla Divina Commedia e al suo stesso Autore che ci porta a scoprire i luoghi più segreti di città splendide come Firenze e Venezia, dove ogni cosa ha un suo significato nascosto tra le righe del geniale poema di Dante.
Personaggi complessi che insinuano nel lettore il pensiero che il male a volte sia una condizione necessaria per arrivare alla salvezza.
Buona lettura!!

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Ed eccoci arrivati al quarto capitolo della saga dedicata ai Figli della Terra.
Ayla e Giondalar lasciano i Cacciatori di Mammut per intraprendere il lungo viaggio che li porterà lungo tutto il continente europeo per raggiungere forse il luogo natio di Giondalar.
In questo interminabile viaggio i due giovani si ritrovano ad affrontare ogni tipo di condizione climatica, dal caldo afoso al freddo glaciale e non tutti i popoli che incontreranno saranno amichevoli ed ospitali. Infatti Ayla e Giondalr si ritroveranno loro malgrado ospiti di una tribù in cui il capo è una donna segnata dal dolore provocato dalle violenze subite dal suo compagno; una tribù fatta di donne spietate che rinchiudono gli uomini e li privano di qualsiasi cosa abbiano bisogno fino alla loro inevitabile morte. In questa trappola mortale finisce anche Giondalar, che verrà salvato dalla sua amata Ayla; solo insieme i due ragazzi riusciranno a sconfiggere la terribile capotribù e a riportare la pace tra le persone.
Ma alcuni gruppi invece accoglieranno i due Viaggiatori con allegria, nonostante le prime riserve date dalla vista dei due cavalli e del lupo loro inseparabili compagni di viaggio.
Ma riusciranno Ayla e Giondalar a raggiungere la terra degli Zelandoni in cui è nato il giovane?
Questo capitolo della saga l’ho trovato un pò noioso e ripetitivo, con descrizioni molto prolisse anche se molto belle dei luoghi che caratterizzavano l’Europa agli albori dell’umanità; ma anche gli incontri con i vari popoli narrati dopo un certo punto stancano il lettore perchè sempre uguali: dopo le difficoltà iniziali che Ayla incontra per farsi accettare immancabilmente compie un qualche “miracolo” che la fa diventare quasi una dea agli occhi della gente.
Questa volta devo dire che mi sono annoiata durante la lettura di questo libro, spero che il quinto capitolo porti un pò più di azione e coinvolgimento.
Buona lettura…

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